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Il lungo viaggio del gas: dai centri di produzione fino al “caro-bolletta”

Da Redazione

Dicembre 27, 2019

Il lungo viaggio del gas: dai centri di produzione fino al “caro-bolletta”

Uno dei principali problemi del nostro paese riguarda l’approvvigionamento del gas, una materia prima indispensabile che viene utilizzata per la combustione in cucina o nelle caldaie. Ed è, a tutt’oggi, indispensabile per qualunque famiglia italiana. Il sensibile recente aumento del prezzo di questa preziosissima materia prima, che peserà sensibilmente in bolletta (quasi un 4% in più rispetto ai due trimestri precedenti), non è passato inosservato agli utenti del Belpaese, che sono alla ricerca della migliore offerta gas, equiparando le offerte proposte dei vari player del settore.

I gasdotti russi, i più importanti ed imponenti al mondo

Il viaggio che deve compiere il gas per giungere nelle nostre case, è spesso lungo e tortuoso, basti pensare ad oltre un milione di chilometri di condotte che ne consentono il trasporto. Queste condotte possono essere terrestri o marine e fanno sì che il gas arrivi al consumatore dai grandi centri di produzione. L’Europa, in tal senso, è un continente che ricorre all’import della maggior parte del gas, che giunge ai propri cittadini attraverso tre grandi porte principali, in modo da poter rifornire l’intera popolazione.

La più vicina all’Italia è quella del Nord Africa, zona dalla quale partono ben 4 condotti. Due di questi, oltretutto, toccano direttamente il nostro paese: il Transmed collega l’Algeria all’Italia da Mazzaro del Vallo, mentre il Greenstream, grazie a Gela, consente al gas libico di arrivare nel nostro paese. Gli altri due grandi gasdotti africani, il Maghreb e il Medgas, giungono nel Vecchio Continente trovando come primo approdo la Spagna.

I gasdotti più imponenti, però, sono quelli che partano direttamente dalla Russia, che grazie al gas ha potuto svilupparsi economicamente negli scorsi anni. Anche in questo caso, i condotti più importanti sono quattro. Il più recente, inaugurato all’inizio di questo decennio, è il Nord Stream: lungo ben 1225 km, è in grado di trasportare oltre 27,5 miliardi di metri cubi annui e di raddoppiare il proprio volume con l’affiancamento di una linea già programmata che collega la Russia alla Germania tramite il Mar Baltico. Il più imponente però, con una lunghezza superiore ai 4000 km, è lo Yamal, in grado anch’esso di collegare la Russia alla Germania attraversando Bielorussia e Polonia.

Il ruolo fondamentale del gas olandese e il fallito progetto “South Stream”

I tedeschi, quindi, sono i “clienti” più importanti per gli oligarchi del gas russo. E non stupisce, in tal senso, che la Gazprom sia molto presente come sponsor in diverse attività culturali e sportive tedesche (vedasi – ad esempio – il solido binomio commerciale, ormai decennale, con lo Schalke, squadra dell’industriale Gelsenkirchen). Il gas russo, però, arriva direttamente anche nel nostro paese per il tramite del gasdotto Tag, che giunge nelle nostre case transitando dall’Austria. Il quarto gas dotto russo, noto col nome di Blue Stream, è utile a rifornire la nazione turca, che lo riceve tramite il Mar Nero.

L’ultima grande porta principale europea è quella della zona settentrionale, sull’asse Mare del Nord/Norvegia e Olanda. In questa zona esiste una rete di gasdotti nel Mare del Nord, ribattezzata “Langeled Gas Pipeline”, che è in grado di fornire gas ad Inghilterra, Olanda e l’intera Scandinavia. L’Olanda, poi, svolge un ruolo di primaria importanza per l’approvvigionamento dell’Europa Centrale, giungendo finanche nel nostro paese. Dalla “nazione dei tulipani“, infatti, partono due importanti gasdotti: il Tenp e il Transitgas. Quest’ultimo, attraverso la Germania, esporta gas di produzione olandese anche in paesi come la Svizzera e l’Italia, dove giunge transitando dal Passo Gries.

È fallito, invece, il progetto South Stream, un gasdotto che, nelle intenzioni di grandissime aziende energetiche come Gazprom, Eni ed EDF, avrebbe dovuto trasportare il gas russo nelle case dei cittadini dell’Unione Europea, eliminando il transito dai paesi extra-comunitari. Un progetto nel quale il nostro paese credeva fortemente, che, in base alla voce degli esperti, avrebbe comportato dei benefici in termini di costi. Ma il gasdotto, dopo dieci anni di discussioni ed analisi, non vedrà mai la luce.

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