E’ arrivato l’ok, in Toscana, della Commissione sanità e politiche sociali alla proposta di legge sulle “Disposizioni organizzative relative all’utilizzo di talune tipologie di farmaci nell’ambito del servizio sanitario regionale“. Ciò comporta mutamenti alla legge regionale di 3 anni fa incentrata sul medesimo tema.
Relativamente all’argomento dei farmaci cannabinoidi, la proposta di modifica concerne essenzialmente la prescrizione. In sostanza, la ricetta relativa ai suddetti medicinali non potrà essere rilasciata solo dai medici specialisti, ma anche da altri in base a un programma stilato dallo specialista.
Al fine della riduzione delle spese, verranno raggiunte convenzioni con istituti che creano e preparano i farmaci.
La notizia dell’aggiornamento della legge sulla cannabis terapeutica è stata resa nota dai consiglieri regionali Mauro Romanelli (Gruppo misto in quota Sel), Monica Sgherri (capogruppo Rc-Ci), e Enzo Brogi (Pd), soggetti che hanno caldeggiato il tema nell’arco degli ultimi anni.
“Finalmente dopo mesi di confronti politici e tecnici sono stati approvati dalla Giunta regionale i nuovi indirizzi. Oggi con questo rilevantissimo provvedimento attuativo, la Giunta, con la quale ci siamo confrontati in questo anno in maniera serrata insieme ai rappresentanti dei pazienti, ha aggiornato il testo del regolamento con importantissime e positive novità, accogliendo tutte le osservazioni di pazienti e medici e recependo tutti gli aggiornamenti normativi“, recita una nota congiunta dei consiglieri regionali.
D’ora in poi, dunque, tutti i medici potranno prescrivere i farmaci a base di cannabis. E’ opportuno precisare, però, che l’inizio del trattamento dovrà avvenire in strutture ospedaliere o simili. La terapia potrà continuare nel domicilio del paziente, purché il medico compia una dimissione assistita, con contestuale consegna dei medicinali necessari alla prosecuzione della cura farmacologica.
