Cane, il migliore amico di sempre

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cane, il migliore amico di sempre

Un’amicizia che dura da millennicane, il migliore amico di sempre

Comprende un lasso di tempo che oscilla tra i 21000 ed i 31000 anni l’amicizia che lega indissolubilmente il cane al genere umano, almeno così ci inducono a ritenere le ultime scoperte compiute dai paleontologi, che riportano indietro il legame affettivo tra gli uomini ed il loro amico più fedele fino al tempo dell’ultima grande fase glaciale, la quale si verificò tra i 19000 ed i 30000 anni fa. Questa nuova teoria cui le nuove scoperte genetiche sono approdate cozza con la precedente, la quale riteneva sulla base delle evidenze riscontrate nell’Asia Orientale, che l’uomo avesse addomesticato il cane circa 15000 anni, periodo che corrisponde più o meno all’introduzione dell’agricoltura, la quale ha segnato un passo decisivo verso lo sviluppo di civiltà sedentarie e più complesse delle precedenti.
In effetti l’indagine paleontologica compie un considerevole balzo indietro nel tempo, risalendo addirittura ad un periodo in cui gli uomini vivevano ancora in piccoli gruppi e, raccogliendosi in ripari rupestri, praticavano unicamente la caccia e la raccolta quali unici mezzi di sostentamento. E’ dunque possibile che l’uomo abbia sentito la necessità di addomesticare il cane sia per l’eccezionale aiuto che questo poteva garantirgli durante la caccia, sia come animale da difesa contro pericolosi predatori, cibandosi dei resti lasciati dall’uomo, come d’altra parte ha affermato un team congiunto di scienziati di origine finlandese e tedesca. In tal modo si scopre che l’uomo si è servito dell’aiuto e della compagnia del cane prima ancora di essersi dato alla pastorizia e dunque di aver addomesticato la capra, la pecora e la mucca, così afferma, con molta sicurezza, il prof. Johannes Krause dell’Università di Tubinga.
Certo occorre precisare che non si trattava dei cani quali noi oggi siamo abituati, ma tramite una serie di confronti con il DNA mitocondriale si è risaliti ad una specie intermedia, che presenta molte affinità sia con il DNA del lupo – le analisi hanno coinvolto anche i reperti di lupo antico risalenti alla fase glaciale europea – che con quello del cane moderno. Eppure le affinità non si fermano a queste sole due specie, perché abbracciano anche il coyote dell’Africa ed il dingo dell’Australia.
Dalle parole del prof. finlandese Olaf Thalmann, capo dei due team congiunti, capiamo brevemente come sono stati condotti gli studi: dal momento che il DNA mitocondriale trasmesso esclusivamente per linea materna permette di risalire molto indietro nel tempo, sono stati prelevati alcuni campioni appartenenti a 18 lupi antichi, provenienti dai siti di una sepoltura umana nei pressi di Bonn, datata 14700 anni fa ed i resti di un deposito all’interno di una caverna presso Mechernich. Gli antichi reperti sono poi stati confrontati con 44 esemplari di lupo moderno e 79 esemplari di cane anch’esso moderno. Tale confronto tra DNA ha mostrato che il cane dei nostri giorno risale ad un’unica linea genetica riconducibile ad uno scheletro di lupo rinvenuto in una grotta in Svizzera.

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