Amici e parenti per trovare lavoro: italiani snobbano collocamento

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In Italia trovare lavoro è una chimera e c’è molto scetticismo nei confronti degli uffici di collocamento. Il Jobs Act renziano è fondato sul reimpiego dei disoccupati ma gli italiani non si fidano degli uffici pubblici. Per trovare lavoro si chiede aiuto agli amici e ai parenti. Lo sottolineano le nuove tabelle Eurostat, relative al terzo trimestre 2017, sulle modalità con cui gli italiani cercano lavoro. L’80% delle persone si fa aiutare da familiari e amici; il 25%, invece, bussa alla porta degli uffici di collocamento. Percentuali differenti da quelle degli altri Paesi.

Il crollo delle agenzie private per il lavoro

Gli italiani sono molto diffidenti verso gli uffici di collocamento. Il lavoro, per loro, si trova grazie a un amico o un parente. Le altre fonti vengono reputate inaffidabili.

In Germania il 73,4% dei cittadini si reca negli uffici di collocamento per lavorare; in Francia il 55,7% e nel Regno Unito il 33,9%.

Solo il 14,4% degli italiani, inoltre, dice di cercare lavoro mediante le agenzie private per il lavoro.

Chi trova un amico trova un lavoro

E’ proprio il caso di dire che in Italia chi trova un amico trova un tesoro, o meglio un lavoro. Chi resta senza lavoro, solitamente si appella alla propria famiglia o alla rete di amici.

I canali non ufficiali dunque sono i privilegiati per trovare lavoro in Italia. E man mano che passano gli anni è sempre peggio. Le agenzie private, poi, rappresentano lo strumento in assoluto meno usato per trovare un impiego.

In Europa solamente gli spagnoli sono più indifferenti degli italiani verso gli uffici di collocamento.

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