Antonino Cannavacciuolo invita spettatore a non dire stronzate

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Antonino Cannavacciuolo al Salone del Libro di Torino 2016

Antonino Cannavacciuolo, uno dei più famosi chef italiani e mondiali, non è uno che ha peli sulla lingua e no si esime dal replicare con toni anche forti a domande pruriginose. A uno spettatore che gli aveva fatto osservare, durante il Salone del Libro di Torino, che i ristoranti del programma ‘Cucine da incubo’ erano tutti falliti, Antonino ha risposto in modo alquanto ‘colorito’. Cannavacciuolo si trovava al Salone del Libro di Torino 2016 per presentare il suo volume “Il piatto forte è l’emozione, 50 ricette dal Nord al Sud”. A un certo punto, uno spettatore gli ha domandato:

“E’ vero che i ristoranti di Cucine da incubo dopo il tuo passaggio sono falliti o peggiorati?”.

Davanti a tali parole, Antonino ha trasalito ed ha subito replicato:

“Tu devi essere sincero perché stai dicendo una stronzata”.

Dopo la replica al vetriolo, il noto chef si è messo a scherzare un po’ con la gente accorsa al Salone del Libro per ascoltarlo, e poi, tornando sulla domanda postagli precedentemente, ha precisato:

“Se io ti dico di entrare alle 7 al ristorante e tu invece continui ad entrare a mezzogiorno, Cannavacciuolo non ci può fare niente”.

Cannavacciuolo ha il suo bel ‘caratterino’, è indubbio, e si irrita se qualcuno gli fa domande ‘scomode’. Forse non si è ancora abituato a stare sotto i riflettori, a sopportare anche frasi irritanti. Lo chef, dunque, ha presentato un altro libro che sicuramente verrà letto da molti amanti della cucina, e non solo. Ormai gli chef sono delle vere star, come sportivi e cantanti. Nel 2013, Antonino fece uscire “In cucina comando io”, un libro che parlava di cucina e della vita dello chef di Vico Equense che, recentemente, ha presentato la trasmissione “Cucine da incubo”, arrivata alla quarta edizione. Lo chef partenopeo deve, nel programma, risollevare le sorti di ristoranti sull’orlo del fallimento per svariate ragioni; insomma deve evitare il crack dei locali e la conseguente disoccupazione del personale. Nel corso di un’intervista a Vanity Fair, rilasciata qualche giorno fa, Antonino Cannavacciuolo ha detto:

“Bisogna sempre capire chi si ha davanti. A volte devo essere duro, altre delicato. Gli equilibri sono fragili ma cerco di tirare fuori il meglio da tutti”.

Il noto chef ha rivelato che il titolare di un ristorante sardo era alquanto testardo ed aveva assunto nei suoi confronti un atteggiamento quasi di competizione. Antonino non impiegò molto tempo a capire che tale soggetto non era un vero chef. Grazie alla grossa esperienza maturata sul ‘campo’, oggi Cannavacciuolo riesce subito a capire chi è un bravo chef e chi dovrebbe svolgere altri mestieri. Come fa ad accorgersi se ha davanti uno chef vero?

“Non sbaglia le cotture e la spesa, non scongela il pesce sotto l’acqua corrente bollente, tratta gli ingredienti con rispetto, li sa pulire, lascia il locale in modo impeccabile; e poi, oltre a farsi bello a parole, agisce”.

Antonino, durante l’intervista a Vanity Fair, ha anche confessato come fa a riconoscere se un ristorante sia di qualità o meno:

“Prima di tutto dall’odore. Un luogo dove si mangia bene emana un buon profumo. Subito dopo bisogna osservare le facce della gente che vi lavora. Se sorridono, se sono contente e soddisfatte, vuole dire che il ristorante funziona. Significa che ricevono complimenti, e i complimenti gonfiano l’autostima. I camerieri sono le specchio di quanto avviene dietro le quinte”.

Per Cannavacciuolo, quindi, bisogna subito uscire da un locale se c’è un cattivo odore e se gli sguardi dei camerieri sono tristi. Se un cameriere è abbattuto significa che qualcosa non va, che non è trattato bene dallo staff, dal titolare. Questo è un sintomo di ‘ristorante problematico’ perché, secondo Antonino, c’è una grande armonia in un ristorante che funziona. E se lo dice lui…

 

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