Armando Cossutta è morto: pilastro filosovietico del comunismo italiano, aveva 89 anni

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Armando Cossutta è morto

Armando Cossutta è mortoIl mondo della politica è in lutto per la morte di Armando Cossutta, leader del comunismo italiano. L’uomo fondò Rifondazione comunista in un periodo di cambiamento della sinistra, in Italia e nel mondo. Cossutta, 89 anni, si è spento all’ospedale San Camillo di Roma.

Molti hanno definito Armando il più filosovietico dei comunisti. Effettivamente, il politico dimostrò più volte di apprezzare metodi e pensiero del comunismo sovietico: nel 1981 entrò addirittura in contrasto col segretario Berlinguer perché quest’ultimo voleva allontanare il PCI dall’ispirazione comunista  di stampo sovietico.

Il filosovietico Cossutta fu sempre riottoso all’idea di scioglimento del partito comunista italiano ma, nel 1991, dovette cedere e fondò il Movimento per la Rifondazione Comunista assieme a Lucio Libertini, Sergio Garavini ed altri importanti soggetti della sinistra italiana. Sempre nel 1991, il nuovo partito si fuse con Democrazia Proletaria. Nacque un nuovo partito, di cui Cossutta diventò presidente, il Partito per la Rifondazione Comunista.

Cossutta lasciò Rifondazione Comunista quando, nel 1998, l’allora segretario Fausto Bertinotti decide di sfiduciare Romano Prodi. Armando fondò con Oliviero Diliberto e Marco Rizzo il Partito dei Comunisti italiani. Nel 2006 il filosovietico lasciò il mondo della politica per attriti anche con Diliberto. Qualche mese fa, Armando Cossutta ha perso la moglie Elena: un grave lutto che, forse, non è riuscito a sopportare.

Il dem Gianni Cuperlo ha riferito, durante un’intervista a Repubblica, di essersi visto un mese fa circa con Cossutta:

“L’ho salutato l’ultima in Piazza del Popolo il 14 novembre, alla manifestazione il giorno dopo le stragi di Parigi, accompagnato dalla figlia. Sono molto colpito dalla sua scomparsa. E’ stato una personalità della sinistra italiana, del Pci alla quale mi sono legato nel corso degli anni non tanto per le sue posizioni che portavano a una discussione molto viva con il suo partito sotto la guida di Berlinguer. Ma per il carattere di un uomo, per la sua passione e lucidità in anni recenti. Aveva dedicato alle ragioni della sinistra le ragioni della sua esistenza. Aveva lasciato un messaggio che puntava sull’unità della sinistra, su un campo largo della sinistra, e questo mi è sembrato in tempi recenti un ammonimento giusto da raccogliere”.

Se n’è andato un pilastro del comunismo italiano.

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