Cancro uccide un bambino ogni 3 minuti: la scarsità dei farmaci oncologici
Da Redazione
Febbraio 15, 2018
Oggi ricorre la Giornata mondiale della lotta al cancro infantile, una buona occasione per fare il punto della situazione e valutare quello che occorre fare in futuro. Un’occasione ottima per ricordare anche dati sconcertanti. Sapere, ad esempio, che il cancro uccide un bambino ogni 3 minuti? Ovviamente il dato riguarda tutto il mondo, ma è egualmente perturbante. Perché avviene questo? Ma la scienza non fa progressi? Certo che li fa, ma stranamente i farmaci oncologici per i pazienti pediatrici sono scarsi e spesso vengono usati quelli per adulti, chiaramente in dosaggi diversi.
Oltre 2mila bimbi e adolescenti italiani, ogni anno, colpiti dal cancro
Proprio durante la Giornata mondiale della lotta al cancro infantile, evento importante organizzato dalla Childhood Cancer International, rammentiamo che il tumore è la maggiore causa di decesso nei pazienti pediatrici tra le patologie non trasmissibili. Spostandoci sul piano italiano, scopriamo che annualmente il cancro colpisce oltre 2mila bimbi e teenagers. In tutto il mondo, ogni anno, vengono diagnosticati oltre 300mila casi di neoplasie infantili.
Il tumore uccide tanto anche, e soprattutto, nei Paesi in via di sviluppo. E’ stato stimato che ogni anno si potrebbero salvare oltre 100mila bimbi con diagnosi tempestive e terapie adeguate. In Italia, oggi, in tanti ospedali e piazze verranno fatti volare in cielo 15mila palloncini biodegradabili. Ogni palloncino ha nastro dorato, che simboleggia l’oncologia pediatrica.
Enormi passi in avanti
Franca Fagioli, presidente dell’Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica, ha detto che ‘oggi abbiamo fatto enormi passi avanti, tanto che le percentuali di guarigione per vari tumori raggiungono l’80-90%, mentre erano solo del 10% meno di 40 anni fa. Ma per migliorare ulteriormente, soprattutto per i tumori infantili più difficili, è necessario sviluppare nuovi farmaci che siano sperimentati e testati direttamente sulla popolazione pediatrica, ciò per garantire una maggiore efficacia ed un’azione più mirata. Il problema è che le aziende farmaceutiche, nonostante sia previsto anche da un Regolamento Ue, non sviluppano tali sperimentazioni, spesso per mancanza di interesse, ed anche in Italia solo l’8% delle sperimentazioni di farmaci è fatta a misura di bambino’.
Alle parole della Fagioli fanno eco quelle della Fiagop, secondo cui oltre il ‘50% dei farmaci somministrati in oncologia pediatrica sono stati testati solo sugli adulti’. E’ necessario, per la Fiagop, che nuovi medicinali vengano sperimentati appositamente per i bimbi, visto che un bambino su 5 oggi è privo di una cura ad hoc.
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