Carrie Fisher morta per un mix letale di alcol e droghe

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Carrie Fisher: droga e alcol causa della morte

Carrie Fisher: droga e alcol causa della morteLa grande attrice Carrie Fisher non avrebbe mai scacciato i demoni dell’alcol e delle droghe che, alla fine, l’hanno uccisa. Effettivamente, la donna non aveva mai detto di aver risolto i suoi grandi problemi, parlando apertamente di disturbo bipolare, tossicodipendenza e alcolismo. L’attrice spiegò anche che alcune sue ‘uscite strambe’ furono dovute agli oppioidi. Tanto successo e una vita rovinata dai vizi. Molte star di Hollywood sono morte per abuso di droghe e, per questo, sono diventate dei miti. Questo accadrà anche per la principessa Leila?

Il dossier del Coroner

Da una relazione del Coroner sulla morte di Carrie Fisher, rilasciata lunedì scorso, si evince che nel corpo dell’attrice vennero ritrovate tracce di cocaina, eroina, ecstasy e alcol. Sebbene non sia ancora accertato il nesso di causalità tra la morte della sessantenne e l’assunzione delle suddette sostanze, il dossier del Coroner testimonia che Carrie non aveva ancora allontanato i demoni dell’alcol e delle sostanze stupefacenti. Adam Leventhal, direttore dell’USC’s Health, Emotion, and Addiction Laboratory, ha dichiarato che molte persone, nel mondo, hanno problemi di mente e sono dipendenti dalle sostanze stupefacenti. Problematiche che rovinano certamente la vita.

Carrie Fisher non negò mai la sua ‘drug addiction’, anzi disse più volte pubblicamente che combatteva contro la sua dipendenza. La fama, conquistata soprattutto grazie all’interpretazione della ‘Principessa Leila’ in ‘Star Wars’ venne offuscata dai vizi, dalle droghe e dagli alcolici. E dal disturbo bipolare. Carrie parlò spesso anche di quest’ultimo. Secondo Leventhal, il fatto che l’attrice parlò spesso, in pubblico, della sua malattia, servì a molti americani, nelle sue stesse condizioni, ad aprirsi e parlarne con amici e parenti. La storia personale della sessantenne, insomma, permise a molti malati di disturbo bipolare di infrangere il tabù del silenzio.

‘I farmaci mi hanno fatto sentire più normale’

Nel corso di un’intervista rilasciata a Psychology Today, nel 2001, Carrie Fisher rivelò: ‘I farmaci mi hanno fatto sentire più normale. Mi hanno contenuto’. La sostanza che l’attrice assumeva più spesso era il Percodan. Nei momenti peggiori ne assumeva anche 30 dosi al giorno. Cos’è il Percodan? Una sostanza oppioide che diventò famosa negli anni ’70.  Carrie venne ricoverata diverse volte per il suo disturbo bipolare. Alla fine accettò la sua condizione e scrisse, al riguardo, anche un’interessante volume, intitolato ‘Postcards From The Edge’.

Samuel A. Ball, presidente e direttore generale del National Center on Addiction and Substance Abuse, ha affermato che sono circa 6 milioni gli americani affetti da disturbo bipolare e gran parte di essi assume alcol e droghe per alleviare i tremendi sintomi della patologia, come ansia, dolore e agitazione continua.

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