Cuori in 3D per curare patologie congenite bimbi: chirurghi più preparati

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Tremende patologie congenite che colpiscono i bimbi potrebbero essere curate ricreando cuori in 3D. Ne sono certi gli scienziati della University of Illinois College of Medicine di Peoria, che tra l’altro hanno salvato la vita a un bimbo di soli 9 mesi.

I chirurghi hanno fatto pratica, prima di effettuare l’intervento, su una sagoma in 3D del cuore dei bimbi. La sperimentazione è stata oggetto di un convegno dell’American Heart Association. Attualmente i chirurghi sfruttano immagini in 2D per programmare l’intervento, sfruttando risonanza magnetica, raggi X ed ultrasuoni; ciò, però, non permette sempre di scoprire possibili anomalie strutturali della camera cardiaca.

Lo scienziato Matthew Bramlet ha dichiarato: “con la stampa 3D si possono prendere decisioni migliori prima di andare in sala operatoria. Più i chirurghi sono preparati, minore è il numero di sorprese che incontrano. Tenere in mano il ‘cuore modello’, poterlo toccare offre un nuovo livello di comprensione che non può essere raggiunto solo con le immagini 2D o anche 3D. Oggi tutto quello che una volta era usato per costruire i camion, lo stiamo usando per costruire modelli realistici di cuori. La tecnica sviluppata può aiutare a risolvere un problema e passare alla riparazione di due ventricoli, invece che di uno solo. Questo fa potenzialmente la differenza tra una speranza di vita di due o tre decenni, e un’attesa di 4, 5 o 6 decadi”.

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