Disturbi alimentari uccidono migliaia di persone: il percorso motivazionale
Da Redazione
Marzo 12, 2018
Ogni anno i disturbi alimentari uccidono migliaia di persone e affliggono oltre 3 milioni di soggetti, eppure molti ancora non riescono a riconoscerli. Nella maggioranza dei casi si trascurano i sintomi dei disturbi alimentari. Il prossimo 15 marzo 2018 ricorrerà la Giornata del fiocchetto lillà, occasione utile per riflettere sui disturbi alimentari, sulla prevenzione e sui percorsi per trattarli. Non è semplice, per molti, riconoscere le manifestazioni tipiche dei disturbi alimentari.
Tanti minori anoressici e bulimici
Passa il tempo, ma i disturbi dell’alimentazione restano e colpiscono altre persone, appartenenti a fasce d’età inedite. Purtroppo non sono rari i casi di minorenni affetti da anoressia, bulimia e disturbi simili. Laura Dalla Ragione, supervisore del numero verde della Presidenza del consiglio dei ministri 800180969, ha detto: ‘Purtroppo il numero dei pazienti non accenna a diminuire. Secondo l’Osservatorio del Ministero della Salute sono più di 3 milioni le persone ammalate. Si è abbassata moltissimo l’età di esordio, si ammalano bambini di 8-10 anni, con conseguenze più gravi. Si sono diffusi anche i disturbi selettivi nell’infanzia’.
Il prossimo 15 marzo, dunque, si farà il punto della situazione sui disturbi alimentari, e non solo. “La giornata – continua Dalla Ragione – è stata istituita 7 anni fa da Stefano Tavilla, presidente dell’associazione ‘Mi nutro di vita’ e padre di Giulia, una ragazza morta per problemi legati alla bulimia mentre era in lista di attesa per entrare in un centro specializzato. In molte regioni italiane non ci sono strutture e questo determina una migrazione, con gravi ritardi nelle cure e nella diagnosi. Il ministero della Salute ha messo a punto una mappa delle strutture e delle associazioni su www.disturbialimentarionline.it’.
Scarsa consapevolezza della problematica
E’ stato accertato che gran parte dei pazienti con disturbi alimentari ha una scarsa consapevolezza della problematica e ha poca voglia di rivolgersi da uno specialista per risolverla. E’ forte, insomma, la paura di cambiare la propria vita, di rimettersi sulla carreggiata giusta. Chi soffre di disturbi dell’alimentazione spesso considera il vomito frequente, l’uso dei lassativi e le diete rigide come soluzioni ai propri problemi. Non è così. Vomitare notte e giorno, ad esempio, è uno dei tipici sintomi dei disturbi alimentari.
Gli anoressici, i bulimici e tutti coloro che combattono contro i disturbi alimentari tendono a scambiare i sintomi per soluzioni. ‘Vomito per allontanare il problema’. Non è così che si fa. Ecco perché gran parte dei pazienti non si reca subito dagli specialisti. Specialmente nella fase iniziale, i pazienti non solo non si recano dagli esperti ma rifiutano aiuti. Varie ricerche epidemiologiche hanno dimostrato che solamente una percentuale minima dei pazienti con disturbi alimentari si sottopone presto a una terapia ad hoc. Non è detto che chi si reca in un centro specialistico sia convinto di risolvere la problematica. Non sempre il paziente è propenso ad iniziare un percorso terapeutico. Chiaramente è già un importante passo recarsi nei centri specialistici. Il paziente riesce a dialogare con gli esperti e scoprire il disturbo che lo attanaglia.
Se un soggetto con un disturbo alimentare non ha intenzione di sottoporsi a un iter terapeutico, viene condotto dagli specialisti ad affrontare il cosiddetto ‘percorso motivazionale’, ovvero un itinerario orientato a far cambiare idea al paziente, a fargli capire che presto, con la terapia, guarirà.
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