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Ludopatia: tariffa sui rifiuti leggera per chi elimina slot machines

Da Redazione

Dicembre 10, 2017

Ludopatia: tariffa sui rifiuti leggera per chi elimina slot machines

E’ emergenza ludopatia in Italia. Sempre più giovani, ma anche adulti sono dipendenti dal gioco. E molti Comuni, come Padenghe (Brescia) corrono ai ripari. Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale ha annunciato che presto verrà lanciata una campagna di sensibilizzazione sulla ludopatia. Lo scopo è eliminare le slot machines dal Paese in cambio di un forte sgravio sulla tariffa dei rifiuti. La diminuzione dell’imposta sarà del 30%. Una ghiotta occasione di risparmio per locali e bar.

La crociata contro le slot machines di Patrizia Avanzini

Patrizia Avanzini, sindaco di Padenghe, che ha avviato da tempo la sua crociata contro il gioco d’azzardo, ricorda che ‘il numero dei malati di gioco d’azzardo è altissimo, soprattutto tra i giovani, ed è dovere di un’amministrazione pubblica agire per contrastare il fenomeno…’.

Il primo cittadino del piccolo centro nel Bresciano ha aggiunto che, da qualche tempo, è stato inserito nel regolamento della tariffa sui rifiuti la possibilità di usufruire di uno sgravio del 30% sulla tassa per chi decide di eliminare le slot dai locali. Finora non sarebbe stata presentata nessuna richiesta.

Ludopatia fa danni

La ludopatia dilaga in Italia e fa danni. Ci sono anziani che si giocano in un attimo tutta la pensione e giovani che, di nascosto, si impossessano del denaro dei genitori per vincere al poker online. Ce n’è per tutti i gusti.

Alcuni riescono ad uscire dal tunnel della ludopatia. Sono proprio questi che dicono ai dipendenti dal gioco d’azzardo che è possibile smettere di scommettere.

I dipendenti dal gioco aumentano ogni anno e per fronteggiare il fenomeno sono stati creati i Serd (Servizi per le dipendenze), presso le Asl.

‘Il gioco in sé non è male’

Lo psichiatra Alfio Lucchini, qualche anno fa,  aveva detto: ‘Io non sono proibizionista, il gioco in sé non è male, lo diventa quando si trasforma in dipendenza. Ma se non si fanno leggi e interventi seri tra cinque anni dobbiamo prepararci ad averne in cura almeno 50.000…’.

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