Lusi non doveva essere cacciato dal Pd: giudici romani annullano provvedimento

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Luigi Lusi non doveva essere espulso dal Pd. Lo ha deciso il tribunale di Roma, ieri, annullando il provvedimento con cui l’ex tesoriere della Margherita venne cacciato dal Partito democratico. Lusi, lo ricordiamo, venne condannato a 8 anni di reclusione per appropriazione indebita di 25 milioni di euro. L’accusa risale ai tempi in cui era tesoriere della Margherita.

Il Pd decise di allontanare Lusi dopo aver appreso che l’ex tesoriere della Margherita era indagato per appropriazione indebita. I giudici di Roma, però, non hanno condiviso la decisione presa dagli organi direttivi del Pd, annullando il provvedimento di espulsione. Riportiamo il dispositivo della sentenza: “L’esclusione dal partito, comminata senza la preventiva contestazione degli addebiti e senza consentire all’interessato alcuna possibilità di interloquire al riguardo, deve considerarsi in contrasto con i principi costituzionali che tutelano la libertà di associazione e il metodo democratico cui devono ispirarsi le associazioni partitiche che concorrono a determinare la politica nazionale, con conseguente invalidità della delibera di espulsione oggetto della presente impugnazione che, pertanto, deve essere annullata”.

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