Metodo Zamboni inefficace per la sclerosi multipla: il parere di un Comitato scientifico

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Il metodo ideato dal dottor Zamboni per la cura della sclerosi multipla continua a dividere. Adesso a confutarlo sono stati gli esperti del Comitato scientifico dello studio Brave Dreams, incentrato sull’idoneità dell’angioplastica nella cura della patologia. Gli scienziati hanno scritto: ‘Gli autori dello studio Brave Dreams hanno osservato che nella popolazione di pazienti inclusi in questo studio l’intervento di angioplastica non ha avuto alcuna efficacia nel modificare il naturale decorso clinico della malattia, né l’accumulo di nuove lesioni cerebrali e concludono che in pazienti con sclerosi multipla il trattamento con angioplastica venosa del collo non è indicato, neanche se portatori di CCSVI’. Immediata la replica della Fondazione ‘Il Bene’, riconducibile al neurologo Fabrizio Salvi, uno degli autori impegnati nella sperimentazione: ‘La Fondazione sottolinea l’altissima correlazione tra Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale (Ccsvi) e Sclerosi Multipla (SM), la confermata sicurezza dell’intervento di angioplastica venosa (Pta) e, soprattutto, la riduzione netta della presenza di nuove placche misurate mediante risonanza magnetica a distanza di sei mesi dall’intervento’.

La speranza di guarire di tanti malati di sclerosi multipla

Il metodo Zamboni continua a far discutere. Il Comitato scientifico ha illustrato la risultanza dello studio che confuta la metodologia del professore ferrarese proprio mentre il luminare mostrava a New York i risultati della ricerca nazionale condotta insieme ad altri esperti dell’ospedale Sant’Anna di Ferrara.

Sono anni che si parla del metodo ideato da Paolo Zamboni, chirurgo vascolare di Ferrara che reputa sussistente un certo collegamento tra insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) e sclerosi multipla. Anni fa, il professore ferrarese apparve in tv e parlò del suo metodo rivoluzionario, riaccendendo le speranze di tanti malati di sclerosi.

Bisogna precisare che la metodica inventata da Zamboni non rappresenta un intervento per curare la sclerosi multipla (per tale patologia non esistono ancora cure, ndr) ma una terapia per l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI). Zamboni vuole intervenire sulla CCSVI perché la ritiene responsabile dell’insorgenza della sclerosi multipla.

La storia di Katiuscia

Katiuscia, malata di sclerosi multipla, aveva detto di aver sentito parlare per la prima volta di Zamboni e del suo metodo durante il programma ‘Le Iene’: ‘In realtà a me la trasmissione era sfuggita ma su indicazione di alcune amiche l’ho guardata e ho iniziato ad interessarmi all’intervento. Ricordo che ancora non si faceva in Italia (se non, forse, nello studio del professor Zamboni stesso) e le persone nel servizio dicevano di essere andate in Romania e di aver dovuto pagare parecchio’.

Dopo essere stata visitata dal professor Zamboni, Katiuscia volle sottoporsi subito all’intervento. Ecco cosa aveva spiegato, anni fa, al riguardo: ‘Una sonda è stata introdotta dall’inguine fino alle vene interessate: le giugulari e la azygov. Mediante l’utilizzo di piccoli palloncini le vene sono state liberate, permettendo al sangue di fluire senza difficoltà nel resto del corpo. In questo modo, i metalli contenuti nel sangue non restano nel cervello ma si distribuiscono. Sono stata in sala operatoria circa un’ora ma a me sono sembrati appena cinque minuti!’.

Com’è andata dopo l’intervento? Katiuscia ha notato miglioramenti? ‘Leggevo di persone che ottenevano miglioramenti nel momento stesso in cui le vene venivano liberate. Il primo segnale è spesso il calore a piedi e mani. Io invece mi sentivo fredda e rigida. Non ho sentito nessun miglioramento immediato e ho pensato che non fosse cambiato nulla. La domenica successiva all’intervento invece mi sono resa conto di avere mani e piedi caldi. So che può sembrare una cosa da nulla, ma per me non è affatto scontata. Questi sono stati i primi segni. Poi ho notato vari miglioramenti: la postura, l’equilibrio, è aumentata la mia forza fisica. Inoltre, riesco a fare qualche passo da sola senza il bisogno di essere aiutata. Prima camminare e parlare nello stesso tempo era molto faticoso: adesso posso stare in piedi e ballare se ne ho voglia! In generale sono aumentate capacità e fluidità di movimento’.

Una delle tante testimonianze a sostegno del metodo Zamboni.

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