Montanaro, deturpato murales Zerocalcare dedicato a Giuseppe Prono

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Montanaro, sfregiato murales dedicato a partigiano Prono

Montanaro, sfregiato murales dedicato a partigiano PronoEpisodio nauseante a Montanaro, nel Torinese. Diversi vandali hanno deturpato il murales realizzato da Zerocalcare, al secolo Michele Rech, assieme agli artisti Volkwriterz. Non si conosce, attualmente, chi ha compiuto il vile gesto

 

A denunciare lo scempio ai carabinieri è stato Piersilvano Ferro, consigliere comunale della frazione di Montanaro. Il murales, lo ricordiamo, è dedicato a un componente della Resistenza che venne trucidato nel 1944. Il disegno, però, venne definito da molti “troppo comunista“, suscitando non poche discussioni. Ecco perché, alla fine, si raggiunse un accordo e venne inserita la frase “La Resistenza è di tutti”.

A molti non andava giù quella grossa stella rossa della Brigata Garibaldi posizionata vicino al giovane membro della Resistenza Giuseppe Prono. Proprio tale stella è stata il bersaglio del recente sfregio: venerdì scorso è stata ricoperta con vernice bianca; domenica, invece, con quella verde. I carabinieri hanno iniziato a compiere accertamenti in merito, non escludendo nessuna ipotesi. Vero è che chi ha deturpato il murales non rispetta le idee altrui. “Qualcuno ha usato una bottiglia di vetro piena di vernice e l’ha scagliata contro il muro”, ha rivelato il consigliere Ferro ai carabinieri, che si sono già recati nei pressi del murales per effettuare un’ispezioni. “Rabbia, furore, sdegno”, recita uno dei tantissimi post pubblicati su Facebook per commentare la vicenda.

Ricordiamo che lo stesso sindaco di Montanaro, Giovanni Ponchia, aveva proposto l’eliminazione del grosso emblema delle Brigate Garibaldi, visto che non era contemplato nel progetto originario. Prono, però, fu un comunista, quindi i writers ritennero giusto dedicargli tale simbolo ed inviarono al primo cittadino una lunga missiva per chiedergli di non rimuovere la grande stella. Sotto riportiamo il testo integrale della missiva.

“Gentile Sindaco Ponchia, sono una delle persone che ha realizzato il murale dedicato a Giuseppe Prono e mi sento in dovere di risponderle in merito alle varianti che il bozzetto ha subito in corso d’opera. Capisco che quando si tratta di atti formali si tenda ad utilizzare un linguaggio un po’ burocratico, ma non essendo un rappresentante delle istituzioni mi perdonerà se userò un modo un pochino più leggero e personale per esprimermi. Innanzitutto ci tengo a sottolineare quanto sia stato per noi un onore avere avuto l’occasione di prendere parte all’iniziativa in ricordo di Giuseppe Prono, partigiano di soli 19 anni che sacrificò la vita per la libertà del suo paese e della sua terra. A 70 anni di distanza ci riconosciamo nei valori che hanno spinto Giuseppe a percorrere la strada della lotta alla barbarie fascista e nazista, e di scegliere di farlo in prima persona, senza risparmiarsi. Non è la prima volta che portiamo il nostro contributo all’interno di iniziative che tengano vivo il ricordo della Resistenza, e tutte le volte che ci siamo resi disponibili a ritrarre il volto di alcuni dei tanti partigiani a cui dobbiamo la nostra libertà, lo abbiamo sempre fatto umilmente, come si suol dire ‘in punta di piedi’, cercando di rispettare il più possibile la storia e la vita di chi volevamo ricordare, i suoi valori e le sue scelte. Anche in questo caso abbiamo dipinto questo murale confrontandoci con i parenti di Giuseppe e di altri partigiani che lottarono in queste terre, con l’ANPI e con tutta la comunità del paese che ha contribuito a rendere quel sabato una bellissima giornata di festa e di condivisione di valori positivi, oltre che un doveroso esercizio di memoria. Bene allora parliamo di chi era Giuseppe Prono, anche se come sindaco di Montanaro penso che lei lo sappia anche meglio di me, che ho avuto l’occasione di documentarmi e di conoscere la sua storia grazie a questo invito. Giuseppe Prono era un partigiano, comunista e garibaldino. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di posizionare la stella rossa, simbolo delle Brigate Garibaldi accanto al suo volto. Lo abbiamo fatto nel pieno rispetto del suo percorso di vita, di lotta e del suo sacrificio per la libertà. Ci tengo a chiarire che se avessimo dovuto onorare il ricordo di un partigiano di un’altra delle diverse formazioni combattenti che si opposero al fascismo e ai nazisti occupanti avremmo utilizzato i simboli di tale formazione. Se questo paese è oggi una democrazia lo deve anche al sacrificio di tanti comunisti che lottarono durante la Resistenza, e quella stella rossa dovrebbe essere considerata con rispetto, a maggior ragione in tempi in cui abbiamo assistito a equiparazioni vergognose tra chi lottava dalla parte della libertà e chi uccideva e torturava in nome dell’odio. Ci tengo poi a sottolineare un altro aspetto. Solitamente quando ci muoviamo per dipingere non ci consegnano una bozza da eseguire, ma proprio per il fatto che capivamo che questa iniziativa si sarebbe realizzata con il patrocinio delle istituzioni locali abbiamo accettato volentieri di eseguire il murale secondo le indicazioni che abbiamo trovato nel disegno di Michele (Zerocalcare), con il quale c’è un bel rapporto di amicizia e di collaborazione ormai più che decennale. Il fatto di aver realizzato delle piccole varianti al bozzetto fa parte della normalità e della sensibilità che abbiamo anche noi come muralisti. La scelta di dare risalto alla stella rossa, oltre che per i motivi sopra citati, aveva il senso di bilanciare i colori del muro, creando un maggiore contrasto con il lato dove si vede il ragazzo sognare. Non pretendiamo certo di essere considerati dei grandi artisti, ma essendoci sempre mossi nel rispetto delle iniziative a cui abbiamo partecipato, peraltro sempre a titolo gratuito, proprio perché crediamo fermamente nei valori della Resistenza, riteniamo che anche il nostro lavoro meriti rispetto. Anche a dispetto delle polemiche e delle discussioni che potranno esserci in consiglio comunale. Polemiche che, mi permetta, ai nostri occhi sembrano un po’ strumentali. Non facciamo imbiancature e stucchi veneziani, o meglio, alcuni di noi hanno anche fatto gli imbianchini per lavoro, ma se ci muoviamo come VolksWriterz vorremmo essere trattati con lo stesso rispetto che destiniamo a chi ci invita. Su quel muro oltre al volto di Giuseppe, che abbiamo cercato di raffigurare fiero, e non malinconico, c’è il simbolo che portava con orgoglio, insieme ad un fazzoletto rosso al collo. Un simbolo di cui oggi tutti noi dovremmo andare fieri. Lei ed io compresi. Cordiali saluti, VolksWriterz”.

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