Perugina pronta ai licenziamenti: manifestazione dei sindacati

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Perugina, licenziamenti in vista: la protesta dei lavoratori di Perugia

Perugina, licenziamenti in vista: la protesta dei lavoratori di PerugiaPerugina è decisa a lasciare a casa oltre 300 dipendenti. E’ tempo di esuberi e contro la tattica dell’azienda scendono in piazza i sindacati. Ieri, 7 ottobre 2017, oltre mille persone si sono ritrovate in Piazza Matteotti, a Perugia, per protestare contro i licenziamenti. Tante persone, tanti padri di famiglia rischiano il posto di lavoro. Tra i manifestanti c’era anche don Claudio Regni, parroco del quartiere San Sisto, quello dove è sorto il celebre stabilimento Perugina. Tanti fedeli sono operai che, ogni mattina, si recano in fabbrica. Don Claudio si oppone agli esuberi programmati e dice: ‘Resistiamo sempre e comunque contro ogni forma di male e oggi l’impostazione economica attuale è contro l’uomo. Noi siamo, fratelli miei, il Davide che lancia il suo piccolo ciottolo sulla fronte della Nestlè; è poco ma non si sa quello che potrà accadere. Anche le istituzioni lancino il loro per colpirli in fronte’. Oltre agli operai e ai sindacati, a sfilare per le vie di Perugia, ieri, c’erano anche molti esponenti della politica locale e regionale, come il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, e i sindaci di Magione e Marsciano.

Maurizio Landini presente

Un forte grido, una protesta unanime contro gli esuberi pianificati. Sul palco, ieri, è salito ovviamente anche il segretario della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, che ha affermato: ‘Nestlè è avida di denaro ed è impresa che solo da questo da questo territorio. Riprendiamo il timone chiedendo lavoro oggi per un futuro domani. Non permetteremo che ci siano 365 esuberi; andremo a trovare Toia e gli altri dirigenti in Svizzera’.

Arrivato a Perugia anche il segretario della Fiom, Maurizio Landini, secondo cui è necessario ‘far cambiare idea alla multinazionale’: ‘Ci vuole unità politica del mondo del lavoro ma anche volontà politica del Governo. Bisogna far rispettare gli accordi e, come abbiamo visto in Europa, quando i Governi vogliono, possono giocare ruoli importanti per l’industria ma fino ad ora lo hanno fatto quelli degli altri Paesi… La cosa centrale è fare investimenti, evitare licenziamenti e avere una politica industriale. La vertenza Perugina non è locale ma parla al Paese’. 

L’incubo esuberi

Lo spettro degli esuberi aleggia a Perugia e preoccupa tanti operai della Perugina, in barba al piano di rilancio dell’anno scorso. Ormai gli operai e i sindacati hanno manifestato più volte. Lo scorso luglio, la RSU della Perugina e le segreterie territoriali di Flai, Cgil e Uila Uil avevano discusso a Roma con Guglielmo Epifani, presidente della commissione Attività produttive della Camera dei deputati. Secondo i sindacati il Governo deve sollecitare Nestlè a rispettare l’accordo del 2016, che impone al gruppo di assumere risorse italiane e, specificatamente, di Perugia. Nestlè, insomma, non dovrebbe fare passi indietro e rispettare gli impegni presi nei mesi scorsi. Epifani aveva tranquillizzato i sindacalisti, promettendo loro che avrebbe chiesto al Governo di mettersi in contatto con Nestlè per tutelare i lavoratori e, quindi, evitare gli esuberi. Sono passati più di 2 mesi ma la situazione non sembra mutata. Tanti dipendenti Perugina rischiano seriamente il posto di lavoro. Di chi è la colpa? Anche dei robot, che pian piano stanno privando del posto di lavoro e della dignità tantissime persone.

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