La plastica usa e getta, rappresentata da alcuni prodotti nello specifico (come cotton fioc e piatti di plastica per picnic), potrebbe essere vietata dall’Unione Europea. In effetti, questo specifica materiale rappresenta la fonte d’inquinamento principale, soprattutto per le acque. La proposta è stata votata con la maggior parte di voti favorevoli, e adesso passerà al Consiglio dell’Unione Europea, organo che detiene il potere legislativo. La norma potrebbe essere approvata entro marzo 2019, anche se per i divieti bisognerà aspettare almeno il 2021.
La produzione di plastica in Europea
La produzione di plastica è diventata sempre più intensa negli ultimi anni. A partire dagli anni Sattanta la plastica rappresenta uno dei materiali più prodotto, utilizzato e – di conseguenza – è diventato un fattore di rischio ambientale troppo alto, soprattutto per i mari.
Basti pensare che la produzione, negli ultimi 50 anni, è aumentata di circa venti volte e oggi viene utilizzata per fare praticamente tutto: il suo basso costo e la sua duttilità la rendono preferibile a molti altri materiali.
I rischi rappresentati dalla plastica usa e getta
L’eccessivo utilizzo e spreco della plastica, però, crea difficili situazioni di inquinamento che vanno ad incidere sull’ambiente. E’, in particolar modo, la plastica usa e getta ad essere pericolosissima.
Tre quarti degli oceani sono inquinati proprio dalla plastica: ogni anno si raccolgono tra 5 e i 13 milioni di tonnellate di rifiuti, che possono riversarsi sulle spiagge o raccogliersi nei fondali. Si stima, addirittura, che entro il 2050 l’oceano possa contenere più plastica che pesci.
I prodotti che l’Unione Europea vuole vietare
Il provvedimento preso dall’Unione Europea e approvato con 571 voti favorevoli non prende in riferimento tutti i prodotti di plastica, che verrebbero vietati a partire dal 2021; la decisione riguarda, nello specifico, 10 prodotti, tra cui posate, piatti e bicchieri di plastica, le cannucce, i contenitori usa e getta per gli hamburger e i cotton fioc in plastica. In questo modo si stima che l’inquinamento marino possa ridurre del 70%.
La direttiva coinvolge direttamente le aziende che producono determinati prodotti, con l’obbligo di contributo dei costi di spesa da coprire.
