Tito Boeri vorrebbe che in Italia ci fosse una riduzione forte, almeno del 50%, dei vitalizi dei politici che, ogni anno, percepiscono sugli 80/85.000 euro netti. Il presidente dell’Inps ha reso nota la sua proposta durante un’intervista rilascia a Lucia Annunziata, a ‘In mezz’ora’
“La platea coinvolta però è piccola: circa 200 mila persone, è giusto chiedere un contributo a chi ha importi elevati e ha avuto trattamenti di favore. Il taglio dovrebbe riguardare non solo politici, ma anche dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato e altre categorie che hanno avuto trattamenti di riguardo, soprattutto rispetto a quando andare in pensione. Ci sono persone che sono andate via presto e con pensioni molto alte, che hanno avuto dei regali per motivi elettorali”, ha spiegato il presidente dell’Inps.
Sul settimo intervento per gli esodati stabilito dalla legge di Stabilità, Boeri ha dichiarato che “la platea si continua ad allargare e che la pressione sarà sempre forte fin quando viene garantito un trattamento di vantaggio”. Il problema, secondo il leader dell’Inps, sono i veri esodati, ovvero i dipendenti di imprese di piccole dimensioni che sono stati licenziati e, vista l’età (tra i 55 e i 65 anni) non riescono più a trovare lavoro, quindi vivono in una condizione di povertà. In questi casi, secondo Boeri, occorre individuare “strumenti di sostegno al reddito”.
Sarà, ma i sindacati italiani continuano a contestare la legge di Stabilità targata Renzi. Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, ha sottolineato che la legge non prevede interventi incisivi sulla flessibilità in uscita per le pensioni. Della stessa opinione anche Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro alla Camera: “Rinunciare alla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro è un errore da correggere”. La minoranza del Pd tenterà di persuare il Governo ad intervenire efficacemente in materia di esodati. Ricordiamo che Damiano, qualche mese fa, ha predisposto insieme a Pier Paolo Baretta un disegno di legge che contempla la possibilità per il lavoratore di uscire prima dal mondo del lavoro e una lieve penalizzazione.
