ROMA, IGNAZIO MARINO SI DIMETTE: “PROBLEMA DI CONDIZIONI POLITICHE”
Da Redazione
Ottobre 08, 2015
Alla fine il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha rassegnato le dimissioni. Le dimissioni sono state annunciate proprio dallo stesso primo cittadino della ‘città eterna’ mediante una missiva rivolta al Campidoglio e a tutti i romani
Marino ha sottolineato che ora si apre una fase durante la quale si cercherà di ripristinare una minima ‘armonia politica’ che potrebbe portarlo al ritiro delle dimissioni. Era inevitabile l’addio di Marino al Campidoglio, dopo le numerose polemiche scatenate dai suoi strani comportamenti, come il pagamento di cene nei ristoranti con la carta di credito del Campidoglio.
“Esiste un problema di condizioni politiche per compiere questo percorso [di risanamento della città]. Queste condizioni oggi mi appaiono assottigliate se non assenti. Per questo ho compiuto la mia scelta: presento le mie dimissioni… Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un’astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche”, recita la missiva di Marino.
Come detto, le dimissioni di Marino erano annunciate, visto che il suo stesso partito, il Pd, lo aveva sollecitato più volte a ‘gettare la spugna’. Nel pomeriggio, per indurre Marino a dimettersi, hanno rinunciato al loro incarico sia il vicesindaco che 3 assessori, tutti renziani.
Per Roma, ora, si apre una nuova fase. Fino all’elezione del nuovo ‘primo cittadino’ la città verrà amministrata da un commissario prefettizio. Probabilmente, i romani si recheranno alle urne in primavera. In base a un sondaggio condotto da Tecné qualche mese fa, il M5S sarebbe favorito a Roma, dopo gli innumerevoli scandali riconducibili alla vicenda Mafia Capitale. Se si andasse al voto, sempre secondo il sondaggio, il M5S incasserebbe circa il 32% dei voti, più del Pd, che non otterrebbe più del 26%. Pochi consensi, invece, prenderebbe Forza Italia.
Ignazio Marino, ieri sera, aveva annunciato, dopo le tantissime critiche ricevute, di rinunziare alla carta di credito del Campidoglio e versare nelle casse della città i 20.000 euro spesi da quando è stato eletto sindaco, nel 2013.
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