Tumore al seno, ecco il test per schivare chemioterapie futili
Da Redazione
Luglio 08, 2017
Chi si è sottoposto a sedute di chemioterapia conosce bene gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici. Chi ha vissuto tali esperienze si è sentito spossato, debilitato e incapace di svolgere anche le più semplici attività quotidiane. Ebbene, grazie ai progressi della scienza, ora le chemioterapie futili si possono evitare, quindi possono essere schivati i fastidiosi effetti collaterali. Recentemente è stato presentato al Forum internazionale sui test genomici a Roma il primo test genetico che permette agli oncologi di evitare di sottoporre le pazienti affette da tumore al seno a chemioterapie vane. Sembra infatti che ogni anno vengano sottoposte a inutili sedute chemioterapiche migliaia di donne operate di cancro al seno.
Esame per capire quando agire con la chemio
In che cosa consiste il test genetico che schiva le chemio? Si tratta di un esame a cui si dovranno sottoporre le donne operate per un cancro mammario. L’oncologo, grazie a tale test, potrà valutare se sottoporre o meno la paziente alla chemioterapia. Le donne a cui, ogni anno, viene diagnosticata una neoplasia al seno sono 48.000 solo in Italia. Gran parte di esse vengono sottoposte a un’operazione e circa la metà finisce nella ‘rete’ della chemio. Ebbene, spesso tali sedute sono futili. Col nuovo esame genomico, invece, si riesce a capire se la chemio sarà efficace o no, evitando così alle donne tremendi effetti collaterali. Le pazienti italiane possono sottoporsi gratuitamente al test in virtù del PONDx, un programma di sperimentazione iniziato qualche mese fa che, attualmente, è attivo in 11 centri del Lazio. I risultati del programma verranno illustrati durante convegni ed eventi ad hoc che si svolgeranno tra qualche mese.
Riportiamo le parole proferite di recente da Francesco Cognetti, direttore dell’oncologia medica presso l’Istituto nazionale Regina Elena di Roma, riguardo all’innovativo test ‘schiva chemioterapia’: ‘Ci aiuta ad individuare meglio le pazienti che hanno una prognosi più sfavorevole e ci dice quali di queste possono giovarsi di un trattamento chemioterapico in aggiunta all’ormonoterapia sia in pre che in post menopausa’. Il luminare ha aggiunto che l’esame consente a un quarto delle donne operate a causa di un tumore al seno di scongiurare le sedute chemioterapiche. Un test indubbiamente importante perché evita i pesanti effetti collaterali della chemio, come nausea, vomito, stanchezza, stanchezza e diarrea. Senza contare i costi per il SSN. Per tutto ciò, secondo Cognetti, il test dovrebbe essere offerto gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale. Tra i centri i cui è attivo il programma PONDx ci sono il Policlinico Agostino Gemelli, il Policlinico Umberto I e l’Ospedale Nuovo Regina Margherita.
Gli effetti della chemioterapia sui processi cognitivi
La vita delle pazienti affette da cancro al seno probabilmente migliorerà. Evitare la chemioterapia permetterà loro di vivere meglio e non andare incontro a disturbi terribili. La chemio, infatti, debilita la persona non solo a livello fisico ma anche psicologico e cognitivo. Diversi anni fa, ad esempio, un team di ricercatori californiani scoprirono il nesso tra trattamenti chemioterapici e radioterapici e calo delle performance cognitive e mnemoniche. La coordinatrice della ricerca, Patricia Ganz, disse al riguardo: ‘Lo studio è uno dei primi a dimostrare che le difficoltà cognitive riportate dalle pazienti, spesso definite come chemio cerebrale in coloro che hanno ricevuto la chemioterapia, possono essere associate alle prestazioni nei test neuropsicologici’. Capita spesso che le donne sottoposte a chemio lamentino problemi cognitivi. Ebbene, alla luce di quanto abbiamo appena riportato, tali denunce non sono asserzioni fantasiose.
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