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Anoressia e bulimia: rapporto padre-figlia conta, conflittualità aumentano rischio

Da Redazione

Agosto 18, 2015

Anoressia e bulimia: rapporto padre-figlia conta, conflittualità aumentano rischio

Anoressia e bulimia: rapporto padre-figlia contaAnoressia e bulimia rappresentano due terribili disturbi alimentari che colpiscono molte persone, ogni anni, soprattutto donne e ragazze. Uscire dal tunnel dei suddetti disturbi non è facile

 

Un team di studiosi australiani ha scoperto che all’origine di bulimia e anoressia non c’è un pessimo rapporto con le madri ma con i padri. Ebbene sì, eventuali conflittualità con i padri favoriscono l’insorgenza dei disturbi alimentari. I ricercatori australiano sostengono che i padri devono trasmettere serenità alle figlie, conferendo loro un modello ribattezzato ‘body positive’. A quanto pare, solo una donna su 5 intervistate ha riferito di aver avuto rapporti ‘brillanti’ coi loro genitori.

Mangiare a dismisura e poi provocarsi il vomito (bulimia) testimonia la voglia di una donna di respingere il padre; smettere di mangiare (anoressia), invece, è spesso un atteggiamento di chi ha un padre iperprotettivo.

“I padri descritti con attributi negativi sono associati in misura significativa con disturbi di alimentazione e sintomi depressivi”, ha dichiarato lo psicologo Toussaint, sottolineando che il padre è importante per l’autostima della figlia. Insomma, una ragazza è serena e si piace se ha un buon rapporto col padre. Un rapporto instabile, invece, pregiudica lo sviluppo psico-fisico di una ragazza che, probabilmente, può accusare disturbi alimentari e finire nel tunnel della depressione.

Vero è che i padri non si devono sentire in colpa, visto che non rappresentano la sola causa dei mali delle figlie. Il professor Toussaint ricorda solo che i padri devono coltivare attentamente il rapporto con le figlie, consapevoli degli effetti sullo sviluppo psico-fisico delle giovani. Un rapporto armonioso tra padre e figlia allontana senza dubbio il rischio che la ragazza venga colpita da depressione, anoressia o bulimia.

Il padre, dunque, dovrebbe trasmettere alla figlia modelli di vita sana, cercando di farle capire quali sono i comportamenti da evitare. Il papà, poi, deve porre al centro di tutto la vita della figlia, non la sua apparenza, cercando sempre di non deprezzare la figura femminile. Pochi, ma utili, accorgimenti che i padri dovrebbero adottare per evitare che le figlie diventino vittime dell’anoressia e bulimia, disturbi alimentari che, spesso, rappresentano la causa di tremende patologie o, peggio ancora, portano alla morte.

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