Enzima mutante mangia bottiglie di plastica: scoperta inaspettata

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plastica-enzima-mutante

plastica-enzima-mutanteUna bella scoperta sul versante della tutela e del rispetto dell’ambiente. Un’equipe di scienziati ha creato un enzima mutante che mangia le bottiglie di plastica usate per confezionare l’acqua ed altre bevande. La grandiosa scoperta potrebbe aiutare a porre fine alla crisi globale dell’inquinamento cagionato dalla plastica, permettendo per la prima volta un totale riciclaggio delle bottiglie. La nuova ricerca è stata incentivata dal batterio mangia plastica scoperto 2 anni fa in una discarica giapponese. Adesso gli studiosi sono riusciti a rivelare la struttura precisa dell’enzima cruciale secreto dal batterio.

Una grande scoperta

Il pool internazionale di ricercatori ha modificato l’enzima per scoprire la sua evoluzione. Ebbene, i test hanno messo in risalto un’efficacia maggiore della molecola nel triturare la plastica PET (polietilene tereftalato) usata per produrre le bottiglie d’acqua. John McGeehan, docente dell’Università di Portsmouth, nel Regno Unito, e responsabile della ricerca, ha detto: ‘In realtà è stato migliorato l’enzima, ed è stato un po’ uno shock. È fantastico e una vera scoperta’. L’enzima mutante scompone la plastica nell’arco di qualche giorno, quindi in un tempo decisamente inferiore rispetto a quello che impiega negli oceani. Gli esperti ritengono che le tempistiche possono essere ridotte ulteriormente, in modo da attuare un processo su larga scala. La plastica negli oceani potrebbe avere i giorni contati.

‘Quello che speriamo di fare è usare questo enzima per trasformare questa plastica nei suoi componenti originali, così possiamo letteralmente riciclarla in plastica. Significa che non avremo più bisogno di recuperare altro petrolio e, fondamentalmente, dovrebbe ridurre la quantità di plastica nell’ambiente’, ha aggiunto McGeehan. Ogni minuto, in tutto il pianeta, vengono vedute circa 1 milione di bottiglie di plastica. Fin qui nulla di strano. Il guaio è che solamente il 14% di tale materiale viene riciclato. Purtroppo molti frammenti di plastica finiscono negli oceani, anche nelle aree più remote, danneggiando sia l’ecosistema marino che le persone che consumano pesce. L’esperto McGeehan dice riguardo alla plastica: ‘È incredibilmente resistente al degrado. Alcune di queste immagini sono orribili. È uno di questi materiali meravigliosi che è stato fatto un po’ troppo bene’. Grazie al nuovo enzima mutante, però, non sarà più un problema riciclare le bottiglie di plastica.

Depositato brevetto sull’enzima mutante

‘Siete sempre contrari al fatto che il petrolio sia economico, quindi il PET vergine è economico. È così facile per i produttori generare una quantità maggiore di queste cose, piuttosto che provare a riciclare. Ma credo che qui ci sia un driver pubblico: la percezione pubblica sta cambiando così tanto che le aziende stanno iniziando a considerare come possono riciclarle correttamente’, dice McGeehan.

Lo studio pubblicato sulmagazine Proceedings of the National Academy of Sciences, era partito individuando la struttura dell’enzima derivante dall’insetto scoperto in Giappone. Il gruppo internazionale di ricercatori ha sfruttato, durante la sperimentazione, la Diamond Light Source, un apparecchio che rilascia un fascio di raggi X che è 10 miliardi di volte più luminoso del sole e può far risaltare i singoli atomi. L’enzima, secondo gli studiosi, aveva una struttura analoga a quella di tanti batteri che si erano mostrati capaci di eliminare la plastica.

La struttura dell’enzima sembrava molto simile a quella che molti batteri hanno sviluppato per abbattere la cutina, un polimero naturale. Quando i ricercatori hanno mutato l’enzima, si sono resi conto di aver migliorato la sua capacità di ‘fagocitare’ la plastica PET. McGeehan ha precisato che ‘è un miglioramento modesto, migliore del 20%, ma non è questo il punto. È incredibile perché ci dice che l’enzima non è ancora ottimizzato. Ci dà la possibilità di utilizzare tutta la tecnologia utilizzata in altri enzimi per anni e anni e creare un enzima super veloce’.

Gli enzimi industriali sono già utilizzati nel mondo, specialmente per produrre polveri di lavaggio e nella produzione di biocarburanti. Gli scienziati hanno creati tali composti per farli funzionare fino a 1.000 volte più velocemente nel giro di pochi anni. I ricercatori di Portsmouth e dal National Renewable Energy Laboratory degli Usa, in Colorado, hanno già depositato il brevetto sull’enzima mutante che mangia la plastica. Prossimamente il team di ricerca valuterà se sia possibile trapiantare l’enzima mutante in un ‘batterio estremofilo’, ovvero uno che riesce a vivere anche a temperature superiori a 70 °C, ovvero nel momento in cui il PET diventa viscoso. Ciò rende più veloce il suo deterioramento. Uno studio svolto in passato aveva dimostrato che diversi funghi possono neutralizzare il PET; tuttavia i batteri sono più apprezzati nel campo industriale.

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