Notifiche smartphone danno dipendenza come gli oppioidi

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notifiche-smartphone-oppioidi-dipendenzaSi può essere dipendenti dal proprio smartphone? Secondo vari studi e sondaggi, portati avanti negli ultimi anni, assolutamente sì. Un team di studiosi della Baylor University, in Texas, ha scoperto che la dipendenza dallo smartphone può assumere dimensioni analoghe a quella da alcol e droghe. Smartphone e notifiche diventano quindi come gli oppioidi. Le droghe e gli alcolici, com’è noto, possono condizionare la vita sociale e professionale dei drogati e degli alcolizzati. Lo stesso si può dire per gli smartphone addicted, ovvero per i dipendenti dagli smartphone. Sono tantissimi oggi gli ossessionati dalle notifiche. Non è raro vedere gente che cammina come zombie per strada, con un telefonino in mano.

Rischio reale di dipendenza

Ricerche e analisi condotte in tutto il mondo suggeriscono che il rischio dipendenza dalle notifiche sugli smartphone è reale. I telefonini, dunque, creano assuefazione come gli oppioidi. Attualmente non si conoscono i fattori per scoprire se una persona sia dipendente dalle notifiche o no. Recenti studi dicono che un uomo medio usa il suo smartphone per circa 8,5 ore al giorno; una donna media, invece, per circa 10 ore. A molti sembrerà strano, ma per contrastare la dipendenza dalle notifiche e dai telefonini sono state lanciate diverse applicazioni. App per disintossicarsi dagli smartphone. Basta andare sul Google Play Store e cercare programmi progettati per far stare alla larga dai ‘telefoni intelligenti’. Tra le app più famose per combattere l’assuefazione dagli smartphone c’è FlipD. In pratica consente di impostare i periodi di tempo in cui la persona non deve assolutamente usare il telefonino. Durante tale periodo è possibile chiamare solo i numeri speciali e tutti i messaggi ricevono risposta automatica con l’eventuale frase impostata.

Le applicazioni per dire addio alla dipendenza da notifiche e smartphone funzionano veramente? Probabilmente, secondo lo psicoterapeuta Robert Weiss, secondo cui ognuno di noi dovrebbe innanzitutto individuare il motivo per cui usa il telefonino (social media, giochi, lavoro, etc.). Weiss dice che ‘usare un’app per calmarsi, distrarsi, calmarsi non è la stessa cosa che allontanarsi dalla tecnologia, ma è un ottimo modo per dedicare qualche minuto alla tua giornata e trovare un po’ di pace. Chi non ne ha bisogno?’.

Notifiche: non vanno eliminate tutte

Come non sentirsi in ansia per le notifiche? Non occorre eliminarle tutte. Sembra un paradosso ma è così. Parola di un’equipe di scienziati che, ultimamente, ha presentato uno studio a una conferenza della American Psychological Association della Duke University. Le notifiche andrebbero ricevute in determinati momenti della giornata per migliorare il proprio umore e le proprie performance sul posto di lavoro. L’autore principale della ricerca, Nick Kitz, dice che ‘lo studio è partito dalla considerazione che in media una persona riceve dalle 65 alle 80 notifiche al giorno’. I volontari sono stati suddivisi in vari gruppi: ognuno riceveva notifiche in diversi momenti della giornata. ‘In generale le persone affermano che le notifiche del telefono le fanno sentire stressate, infelici e non produttive. Questo rimane vero sia per il gruppo di controllo e anche per quello che le riceveva ogni ora, che non hanno mostrato differenze apprezzabili rispetto a quello che non aveva restrizioni. Sorprendentemente anche spegnere totalmente le notifiche non funziona, perché le persone hanno poi la sensazione di guardare il telefono intenzionalmente più spesso rispetto alla norma. Tre serie di notifiche sembrano la soluzione ottimale, con i soggetti che dichiarano di sentirsi più positivi, produttivi e in controllo’, ha aggiunto lo studioso.

Oggi tante persone si sentono in ansia quando non sono in possesso del loro smartphone o questo ha la batteria scarica. Ma quali sono le conseguenze della dipendenza da smartphone? ‘Spesso le persone che fanno un uso smoderato dello smartphone rischiano di ritirarsi dal rapporto con il mondo e di rimanere sempre più sole, per sopportare questa solitudine si trovano ore con il telefonino in mano giocando a giochi interattivi, inviando sms, e rischiano di disimparare sia a trasmettere le loro emozioni in modo adeguato usando la comunicazione verbale sia a usare la mente per immaginare l’altro e il mondo’, ha spiegato la psicoterapeuta e psicologa Michela Romano, che esorta le persone a rischio dipendenza a ‘usare lo smartphone meno volte al giorno e in modo migliore; potremmo lasciarlo a casa e resistere all’ansia che proviamo uscendo da casa; oppure potremmo perderlo di vista o dimenticarlo volutamente per alcune ore’.

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