il mistero di Mokele Mbembe

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Mokele Mbembe, l’ultimo dinosauro vivente del Congo

Per oltre duecento anni la leggenda di un animale dalle zampe con poderosi artigli, le dimensioni di un ippopotamo, il mokele mbembecollo e la coda molto lunghi, ha percorso l’intera Africa Centrale. Attacca immediatamente le canoe che gli si accostano, affermano le voci, e ne uccide tutti gli occupanti. Si narra di una tribù di Pigmei che ne trafisse uno a morte e poi banchettò con le sue carni, ma subito dopo il villaggio venne funestato da inesplicabili incendi, da malattie e da decessi. I congolesi chiamarono il temibile mostro tropicale Mokele Mbembe, ossia colui che ostacola il corso dei fiumi.

Il biochimico americano Roy P. Mackal guidò due spedizioni, nel 1980 e nel 1981, nella insidiosa regione di Likouala, tutta acquitrini, che occupa un’estesa superficie nella Repubblica Popolare del Congo e nella quale pochi uomini si sono avventurati, con la speranza di trovare e fotografare uno di questi inafferrabili animali. In collaborazione con due colleghi, James Powell e Richard Greenwell, Mackal raccolse decine di descrizioni di Mokele Mbembe, rese da indigeni che vivevano sparsi qua e la nella regione. Molte furono sorprendentemente concordi e le dimensioni dell’animale, le sue abitudini alimentari e l’aspetto generale risultarono assai simili a quelli di un piccolo dinosauro sauropode che viene ritenuto estinto da oltre 60 milioni di anni.

Mackal non ebbe la fortuna di vedere il presunto dinosauro vivente, ma il biologo congolese Marcellin Agnagna, che accompagnò l’americano nella seconda esplorazione, assicura di averne scorto uno in un altro viaggio.
L’esperienza sarebbe avvenuta nel 1983, in un lago congolese dove Mokele Mbembe sarebbe più volte stato avvistato dai locali. Il biologo è stato in grado di tracciare i disegni dell’animale da lui intravista, ma il video girato con la sua cinepresa appare indefinito e poco chiaro, e mostra una macchia in lontananza in movimento nel lago.

Roy Mackal, che per due volte ha rischiato la vita nella foresta del Congo e fra le torbide e profondissime acque del lago Tele ha affermato:
“Riconosco che le mie idee sono pervase da romanticismo, ma non certamente sino al punto da farmi affrontare durissime fatiche e da mettere addirittura a rischio la pelle per inseguire un sogno campato in aria.”

L’habitat di Mokele Mbembe

Giungle impenetrabili, fiumi avvolti nel vapore e paludi coprono gran parte del Congo, ritenuto il nascondiglio del misterioso Mokele Mbembe. Serpenti velenosi, coccodrilli, sciami di zanzare, un caldo torrido e l’umidità rendono la regione ancora più inospitale. In più, in questa zona di territorio, imperversa la guerra civile.
Le condizioni rimaste inalterate da milioni di anni, e molto rischiose per gli esploratori, giustificano l’ipotesi di alcuni criptozoologi che animali antidiluviani siano sopravvissuti e si trovino tuttora in Congo.
La vegetazione lussureggiante lungo il fiume Likouala aux Herbes potrebbe celare l’antico dinosauro. Un ufficiale dell’esercito congolese disse a Mackal di averlo visto proprio in questo fiume da una distanza di circa nove metri, e spiegò che l’animale scava nascondigli lungo le rive.

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