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L’autodistruzione degli smartphone per proteggere dati importanti

Da Redazione

Febbraio 13, 2017

L’autodistruzione degli smartphone per proteggere dati importanti

Chi teme gli spioni o il trafugamento dei dati sul proprio smartphone non deve temere, poiché stato inventato il primo telefonino che si autodistrugge, anche da remoto. Contro le spie arriva lo smartphone ideato da un gruppo di ricercatori della King Abdulla University of Science and Technology. Tutto ruota attorno ai polimeri che, dilatandosi alle temperature molto elevate, fanno distruggere il telefonino. Basta premere un tasto per provocare la demolizione dell’amato smartphone. Ovviamente, il meccanismo può essere innescato anche da remoto.

Tecnologia che alletta banche e multinazionali

Lo straordinario smartphone ideato da un team di ricerca saudita sarà usato specialmente dalle persone che temono spie ma anche soggetti che si trovano ad amministrare un ingente quantitativo di dati. Un esperto che ha partecipato allo studio ha detto: ‘Tra i potenziali clienti ci sono comunità che si occupano d’intelligence, multinazionali, banche, fondi speculativi, amministrazioni della sicurezza sociale, ci gestisce grandi quantità di dati’. Non è la prima volta che si parla di dispositivi in grado di autodistruggersi. Boeing, ad esempio, aveva fatto parlare di sé per il progetto di Black, uno smartphone Android che si autoannienta se qualcuno tenta di sabotarlo. Dell’idea, però, seppur interessante, non si è più parlato.

Una semplice pressione e il telefonino si dissolverà

La notizia renderà contenti tutti i fan di James Bond e gli amanti dei film di spionaggio. I ricercatori sauditi sono certi che, in futuro, il telefonino che si autodistrugge servirà a molte persone. Basterà premere un tasto e via: niente più smartphone nel giro di pochi secondi grazie a un sofisticato sistema. Il punto di forza di tale tecnologia è che può essere ‘montata’ su quasi tutti i dispositivi in circolazione. Non bisogna apportare modifiche di nessun tipo all’hardware interno. Il gruppo di ricerca saudita mira a creare apparecchi utili specialmente alle banche, alle autorità istituzionali, alle multinazionali e a tutti coloro che rischiano, per lavoro, il furto dei dati. I ricercatori stanno svolgendo numerose sperimentazioni al riguardo. Non si sa molto, ovviamente, del progetto pionieristico di cui si sta parlando in tutto il mondo. Una cosa è certa: prima di introdurre tale tecnologia sugli attuali smartphone, gli esperti sauditi dovranno perfezionare numerosi parametri, in modo da non cagionare nocumento alle persone. Si vocifera di un costo minimo (15 dollari) per l’aggiunta della portentosa tecnologia sui telefonini. Sarà vero? Non ci resta che attendere. Chissà se, in futuro, potremo innescare l’autodistruzione del nostro telefonino? Google, Boeing e ad altri colossi stanno svolgendo molte sperimentazioni per centrare tale obiettivo.

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