Lavori da schiavo espressione del capitalismo 2.0: le aziende risparmiano

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L’Italia si proclama un Paese libero e civile. Bene. Allora perché certi lavori vengono pagati miserrimamente. Il turbocapitalismo fa le sue vittime, sfrutta e cerca di fare cassa sulle spalle dei lavoratori. Lavori da schiavo: così potrebbero essere definiti, ad esempio, i lavapiatti, i camerieri e gli operai agricoli. Corsi e ricorsi storici. Si sfruttava prima e si sfrutta anche oggi. Non siamo critici, non accusiamo nessuno, ma riportiamo solo dati recenti, risultanti da una ricerca approfondita de La Stampa.

Lavapiatti e operai agricoli sottopagati

Il noto tabloid italiano ha voluto svolgere una minuziosa ricerca nel sottobosco dei lavori sottopagati. ‘Locus’ ignoto ai più, ma esistente, vero, in un Paese che dice di garantire la dignità dei cittadini e dei lavoratori.

Conoscete la paga oraria di un lavapiatti? 6,5 euro. E quella di un bracciante agricolo? 4,5 euro. Andiamo avanti? Sì, oggi vogliamo tirare fuori un po’ di informazioni sui lavori da schiavo.

Nel Bel Paese una cameriera di catering guadagna in media 6 euro l’ora; un addetto alle pulizie, invece, 7,5 euro l’ora. Una badante, se le va bene, incassa al massimo 8 euro l’ora. Potremmo andare avanti, ma ci fermiamo qui. Vogliamo riflettere su questa situazione deprimente.

ll salario minimo garantito

In Italia, è indubbio, le ditte cercano di risparmiare. Chi ne fa le spese, però, di questa corsa al risparmio? I lavoratori.

La contrattazione collettiva esiste ma il problema è che la legge non indica un salario minimo garantito. Ecco allora che fuoriescono i mestieri da schiavo.

Vi sono settori in cui si riscontrano maggiori violazioni degli standard retributivi, quindi dove ci sono più lavoratori sottopagati. Ecco l’elenco dei settori dove i lavori sono spesso da schiavi:

  • agricoltura e ambito minerario
  • attività domestiche
  • ristorazione e hotel
  • attività amministrative e settore immobiliare
  • educazione
  • commercio al dettaglio

Quando si lavora gratis

La paga oraria è molto bassa per molti lavoratori. Se poi da tale remunerazione defalchiamo le spese sostenute per recarsi al posto di lavoro (ad es. le spese per il carburante), c’è il rischio di lavorare gratis, o quasi.

E questa voi la chiamate dignità?

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