Moria di piccioni a Torino: cosa sta davvero accadendo? Gli ultimi giorni nel capoluogo piemontese i cittadini si stanno ponendo non poche domande per i ritrovamenti troppo insoliti e frequenti di cadaveri di colombi.
Cosa sta portando la moria di piccioni
I social impazzano di foto e commenti dei torinesi che restano alquanto perplessi nel vedere piccioni morti lungo le strade, nei quartieri della città, sui tetti da Lucento a Madonna di Campagna. Il problema è che se i piccioni sono portatori di fastidi poco igienici viene spontaneo domandarsi se il loro problemi siano dipesi da un probabile avvelenamento. E ovviamente la cosa mette sul chi va là le istituzioni e preoccupa la gente
Dallo sviluppo alla moria di piccioni
La quantità abnorme di colombi in giro per le strade della città (senza dimenticare che sono volatili-specie protetta) non è proprio una questione che lascia indifferente le città. Se volessimo solo contare che gli escrementi di piccioni solo la causa di corrosione delle strutture e di cattivo odore e sporcizia delle strade, verrebbe spontaneo toglierli dalle specie protette.
Se poi si mette che oltre la questione igienica scatta anche il pericolo salutare il campanello d’allarme non è da trascurare. Pare infatti che i piccioni siano i maggiori responsabili della diffusione di agenti patogeni e parassiti: sono, detto in parole povere, un mezzo di trasmissione di patologie infettive come la salmonellosi, l’ornitosi, la borrelliosi, la toxoplasmosi, l’encefalite e la tubercolosi.
Questo però non preoccupa chi invece si è premurato di inserirli tra le specie protette. Infatti in quanto tale, non si piano utilizzare veleni e sostanze chimiche per decimarli (co avviene per topi, ratti e insetti). La sola cosa possibile è utilizzare dei sistemi di allontanamento molto efficaci come dissuasori visivi e ultrasuoni.