Tumori pediatrici: carta d’identità molecolare per cure ad hoc

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Vedere un bimbo malato di tumore è angosciante e ingiusto. Vedere una persona adulta che soffre per una neoplasia è inaccettabile. Sebbene la ricerca faccia passi da gigante, il cancro colpisce duro.

Recenti dati sottolineano che 8 bimbi su 10 riescono a sopravvivere ai tumori. La sopravvivenza è raddoppiata negli ultimi anni. Di ciò si è parlato durante il 38esimo Congresso Nazionale dell’AIEOP (Associazione italiana ematologia oncologia pediatrica).

In Italia, ogni anno, viene colpito da una neoplasia un under 15 su 413. Il cancro che affligge maggiormente i minori è la leucemia linfoblastica acuta; seguono i tumori del sistema nervoso centrale.

E’ decisamente audace un piano ideato da un team di ricercatori del Reparto di Oncologia Pediatrica dell’Umberto I di Roma: indicare alla diagnosi la carta d’identità molecolare di ogni paziente in modo da adattare al meglio le cure per i piccoli bersagliati da cancro che non rispondono alle terapie tradizionali o in caso di recidiva.

Insomma, i medici romani tentano di usare terapie innovative e ad hoc guarire quei bimbi che difficilmente potrebbero essere curati con le classiche terapie.

“L’obiettivo è dare nuove chance di cura ai bambini che oggi ancora non riusciamo a salvare, attingendo a farmaci intelligenti e selettivi da poco disponibili e finora impiegati solo su pazienti adulti”, ha affermato l’oncologo pediatra Carlo Dominici, che ha recentemente pubblicato pubblicato su BMC Cancer l’importante notizia di una molecola che impedisce lo sviluppo di una delle neoplasie che affliggono maggiormente i bimbi, il rabdomioblastoma.

“I tumori sono tutti diversi e a ciascun paziente corrisponde un diverso identikit molecolare della malattia: l’idea è che se noi determiniamo (partendo da una biopsia) tale identikit subito all’ingresso del bimbo in ospedale, potremo in una certa misura capire in anticipo se il tumore risponderà alle terapie convenzionali e, soprattutto, saremo in grado di individuare tempestivamente nuove possibilità di cura per quei bimbi che ancora non riescono a guarire… Da gennaio vogliamo iniziare a studiare sistematicamente l’identikit molecolare in ogni bimbo che arrivi in reparto; sarà possibile realizzare questo sogno anche grazie al contributo dell’associazione ‘Io, domani’ che aiuta il reparto sin dalla sua fondazione”, aggiunto Dominici.

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