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Barriere coralline

Da Redazione

Marzo 20, 2014

Barriere coralline

Barriere corallineBarriere coralline

Le barriere coralline sono formate da enormi colonie di coralli duri, chiamati anche coralli costruttori. Ciascuno dei coralli appartenenti ad una colonia, che in gergo viene definito “polipo”, secerne uno scheletro calcareo esterno che riesce a sopravvivere alla stessa morte del corallo, accumulandosi nel tempo. Mentre i coralli molli sono diffusi in tutte le parti del globo, quelli duri al contrario si sviluppano solo nei mari limpidi e poveri di nutrienti, dove le alghe simbionti, le zooxantelle, possono facilmente utilizzare i raggi solari per i necessari processi fotosintetici. Gli habitat corallini sono molto vari ed accolgono numerosissime specie animali, che convivono senza entrare in competizione per il cibo, ma occupando ciascuna una sua esclusiva nicchia ecologica all’interno delle barriere coralline. Nelle barriere coralline è possibile trovare circa un terzo delle specie ittiche di tutti i mari del mondo. Tra le specie più diffuse si annoverano: tartarughe, serpenti marini, pesci pagliaccio, pesci pappagallo, bibalvi, ciclotteri, stelle marine, nereidi, anemoni e molte altre specie sia animali che vegetali.

Barriere corallineUn solo nome, diverse specie

Gli esperti hanno classificato tre distinti tipi di barriere coralline: banchi costieri, i quali si estendono in prossimità delle coste; barriere coralline, separate dalla costa da profondi canali, i quali possono raggiungere un’ampiezza di 100 km; atolli, formazioni anulari o a ferro di cavallo che si sviluppano intorno alle isole oceaniche, spesso in corrispondenza di vulcani collassati nel mare. Benché siano assai diverse tra loro, queste barriere presentano una struttura piuttosto comune che viene influenzata dalla profondità delle acque dei mari e dall’esposizione al moto delle onde I coralli dallo sviluppo più rapido, che hanno bisogno di molta luce e di acque relativamente calme, si trovano nella parte centrale della barriera, nella zona cosiddetta “intertidale”, quella fascia lungo le coste che, normalmente sommersa, riesce ad emergere in superficie durante le ore di bassa marea.
Sul margine interno, quello rivolto verso la costa, la barriera è speso preceduta da lagune, il cui fondale è costituito da sabbia di origine calcarea. Sul marine esterno invece si forma una rapida scarpata (reef) sottomarina che discende in profondità. I coralli di questa zona, esposta al mare aperto sono più solidi e resistenti, perché costretti ad affrontare il continuo moto ondoso che scende di decine di metri al di sotto della superfici del mare.

Forme di simbiosi nelle barriere coralline

Le associazioni simbiotiche sono diffuse in qualsiasi tipo di habitat terrestre, ma nelle barriere coralline tali associazioni hanno una rilevanza tale da esserne fondamentali sia per lo sviluppo che per la stessa sopravvivenza. Così i coralli stimolano le sviluppo delle alghe, di cui si cibano, adattandosi anche ai fondali piuttosto bassi dove i raggi solari sono presenti in quantità permettendo alle alghe un’agevole processo fotosintetico. Ma ciò ne costituisce al tempo stesso un limite, poiché arresta lo sviluppo dei coralli in altezza.

Accanto una delle associazioni simbiotiche più note: l’anemone ed il pesce pagliaccio.anemone
L’anemone, che ha la caratteristica di essere urticante offre riparo al pesce pagliaccio, spesso soggetto agli attacchi dei predatori,
che in cambio mantiene  l’anemone pulito, cibandosi di tutto ciò che vi resta intrappolato.

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