Come curare il tumore a tavola: meno carne rossa e più verdure

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curare-cancro-alimentazioneC’è una certa correlazione tra alimentazione ed insorgenza dei tumori. Si stima che il 30-35% delle neoplasie sia correlato a una dieta scorretta, quindi a gravi errori che si commettono a tavola, come consumare troppa carne rossa e poca verdura. L’uomo occidentale, oggi, mangia troppi salumi, formaggi e latticini. Abitudini molto rischiose. Senza contare il fumo, l’alcol e l’abbondanza di sale nei cibi. Scegliere gli alimenti giusti e cuocerli in modo salutare è fondamentale per prevenire le neoplasie. Tale assunto è stato sottolineato anche dalla giornalista Santa Di Salvo e dall’oncologo Cesare Gridelli nel libro ‘La cucina salvavita’.

Carne rossa va bandita?

La domanda che ci poniamo, dunque, è: come curare il tumore a tavola? La carne rossa si può mangiare o va bandita? Gridelli ha spiegato che ‘l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito le carni rosse lavorate, cioè gli insaccati, tra le sostanze cancerogene nell’uomo sulla base dell’evidenza dell’associazione con il carcinoma del colon-retto e dello stomaco. Lo stesso gruppo di lavoro ha inoltre inserito le carni rosse fresche non lavorate tra le sostanze probabilmente cancerogene nell’uomo per l’associazione rilevata con il carcinoma del colon-retto, del pancreas e della prostata’.

Stando alle parole del dottor Gridelli, sembrerebbe che la carne rossa vada evitata. ‘I dati dello studio EPIC (Indagine Prospettica Europea su Nutrizione e Cancro) ci dicono che meno carne rossa si mangia meglio è, ma comunque una quantità considerata ragionevole è di circa 200 g a settimana’, spiega il noto oncologo.

In Italia purtroppo si mangia molta carne rossa, comunque più delle dosi raccomandate per evitare rischi. Oltre il 50% degli italiani consuma carni rosse e insaccati circa 3-4 volte a settimana. Nel Bel Paese, nell’arco di 12 mesi, ogni persona consuma circa 78 kg di carne rossa.

Mangiare solo frutta e verdura di stagione

Un’altro circostanza spiacevole sul fronte della lotta ai tumori è lo scarso consumo di verdura, frutta e fibre. E’ stato acclarato che consumare poca frutta e verdura è legato all’insorgenza del cancro al colon-retto. ‘Ne dovremmo consumare quotidianamente circa 500-600 grammi, per un introito di circa 30 grammi di fibre. Considerando anche il consumo di verdura cotta (broccoli, spinaci, cavolo, melanzane, peperoni ecc.) le quantità indicate non sono affatto difficili da raggiungere…’, asserisce Gridelli, raccomandando di mangiare solo frutta e verdura di stagione perché la coltivazione dei prodotti in serra è connotata dall’utilizzo di sostanze chimiche.

Privilegiare la cottura a vapore

Determinante per scongiurare tumori e curarli è anche la cottura. Gridelli sostiene che che ‘la cottura alla brace è nociva, in quanto la parte nera che si crea per la combustione dei tessuti e in particolare dei grassi è ricca di sostanze cancerogene, come gli idrocarburi policiclici e, soprattutto, il benzopirene’.

Attenzione alla frittura perché causa la produzione di composti altamente tossici come aldeidi e acroleina. Da evitare la cottura ad alta temperatura (ad es. quella con la pentola a pressione) perché non solo elimina il gusto ma anche i nutrienti e le vitamine presenti negli alimenti. La cottura a vapore, invece, non provoca danni alla salute e consente di preservare tutti i nutrienti dei cibi, perciò è da preferire.

Il cancro si combatte migliorando lo stile di vita del paziente oncologico, e cambiare lo stile di vita presuppone un atteggiamento responsabile a tavola. Scegliere alimenti salutari e cuocerli nel modo giusto è indispensabile non solo per prevenire le neoplasie ma anche per combatterle. Evitare, in primis, salumi e carni rosse perché vere sorgenti di grassi saturi e conservanti come i nitrati. La carne alla brace si dovrebbe rifuggire perché sprigiona sostanze nocive e cancerogene come il benzopirene. Come detto in precedenza, occorre fare attenzione alle fritture perché la cottura a temperatura elevata libera una composto cancerogeno che si chiama acroleina.

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