Referendum Macedonia: non è stato raggiunto il quorum per il cambio nome

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“La volontà degli elettori in questo referendum consultivo dovrà trasformarsi in attività politica in parlamento”

Il referendum Macedonia per il cambio del nome in Macedonia del Nord, dopo l’accordo raggiunto con Atene, non è andato a buon fine. Il tassello era fondamentale per il paese, che auspicava all’entrata in Unione Europea e Nato. Adesso le tensioni torneranno certamente a farsi alte; nonostante più del 90% dei votanti fosse d’accordo al cambio di nome, il referendum Macedonia non ha visto il raggiungimento del quorum.

La disputa con la Grecia per il nome Macedonia

L’accordo raggiunto con Atene sembrava essere storico per la Macedonia che, dopo anni di dispute, aveva accettato di cambiare nome in Macedonia del Nord. La Grecia recrimina ormai da anni sul nome del paese, che è il medesimo della regione greca che ha dato i natali – tra gli altri – ad Alessandro Magno.

Dopo anni di trattative, tra cui le proposte erano state tantissime e tutte rifiutate, l’accordo era stato trovato per motivi anche economici e politici. Cambiare nome avrebbe garantito al paese le trattative necessarie per entrare in Ue e Nato. 

Referendum Macedonia: il quorum non è stato raggiunto

Non è stato, tuttavia, raggiunto il quorum nel referendum Macedonia: il nome, almeno per ora, rimarrà il medesimo. Più del 90% dei votanti si è espresso a favore del cambio di nome (91,48%, per la precisione). Dopo lo spoglio del 98,61%, i voti contrari hanno rappresentato soltanto il 5% della popolazione votante.

Tuttavia, l’affluenza alle urne si è fermata al 36,87%, percentuale non necessaria al raggiungimento del quorum (50% + 1). Le trattative con l’Europa, con questo risultato, si complicano, così come le tensioni con Atene.

Le parole del presidente macedone

Il presidente macedone è comunque soddisfatto del risultato delle elezioni: “È stata una giornata di democrazia, i cittadini hanno votato pacificamente e liberamente secondo le proprie convinzioni”. E ancora: “La volontà degli elettori in questo referendum consultivo dovrà trasformarsi in attività politica in parlamento”. Il presidente si aspetta, adesso, un contributo in parlamento da parte dell’opposizione conservatrice. In caso contrario, si andrà alle elezioni anticipate. 

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